La realtà, la fantasia e la storia a volte si fondono creando suggestioni davvero singolari e misteriose. Tanti di noi avrebbero forse da raccontare qualche esperienza del genere. Quella che segue è una storia ambientata a Faenza (RA) tratta da un racconto orale di una persona ancora vivente.
“Ero ancora ragazzino, ormai diversi anni fa, e una sera tornavo a casa dopo aver giocato con gli amici. Varcai il portone del condominio (un vecchio palazzo) ed iniziai a salire la rampa delle scale al buio.
Sentii una grossa stretta al collo. Pensai che mi stessero aggredendo. Riuscii ad urlare invocando aiuto ed ecco mia madre aprire la porta ed accendere la luce.
Vedendo solo me che cercavo con le mani di divincolarmi da un aggressore invisibile, mi fece entrare in casa. Notò subito sul collo dei segni rossi, come se fossi stato afferrato con mani forti.
Sullo stipite della porta d’ingresso del palazzo, teatro di questo strano episodio, tutt’ora appare qualcosa di molto suggestivo: una sorta di ombra che sembra un volto umano.
Lo stipite è stato più volte intonacato nel corso del tempo, ma quel “volto” è sempre riaffiorato ed è attualmente ben visibile.”
La zona in cui si erge il vecchio palazzo è quella della chiesa di San Domenico ricostruita tra il 1761-1765. Dal 1567 fino alla soppressione napoleonica del 1797 vi era la sede della Santa inquisizione. Come è storicamente risaputo i frati domenicani erano riconosciuti indagatori di streghe ed eretici. Basti sapere che il Malleus Maleficarum, testo unico per la caccia alla stregoneria, fu redatto nel 1487 ad opera di due di loro: Heinrich Kramer e Jacob Sprenger. Anche a Faenza le pene furono crudeli. Una di queste prevedeva che i condannati venissero murati vivi, lasciando solo un pertugio per il cibo e quando il condannato non dava più segni di vita questo veniva chiuso completamente.
Il complesso di San Domenico, a Faenza, sarebbe quindi un luogo reduce dalle nefandezze del passato? Qualcosa di malvagio si manifesta ancora? Alcune persone che hanno abitato nello stesso palazzo non hanno mai avuto esperienze strane.
Per quanto riguarda il presunto volto ben sanno muratori ed imbianchini che certe “figure” create dalle infiltrazioni dell’umidità sono molto difficili da eliminare anche con intonacature successive. Alle volte è la nostra mente a dare a queste macchie la forma definita di un volto. Il fenomeno è chiamato pareidolia, cioè è l’illusione subcosciente che tende a ricondurre a forme note oggetti o profili (naturali o artificiali) dalla forma casuale.
Di sicuro durante le nebbiose sere d’autunno trovandosi attorno al complesso di San Domenico le nostre fantasie potrebbero subire il fascino dell’oscuro e maligno passato del posto.
Alejandrina Armando Swift
Superbe blog, qui transpire la passion à l’état pur… Alejandrina Armando Swift